lunedì 28 gennaio 2008

POESIE

Consunto da fatica, corro presto a letto
caro ristoro al corpo distrutto dal cammino,
ma allor nella mia testa s'apre
un'altra via
a stancar la mente or che il mio corpo ha tregua:
svelti i miei pensieri da lontano ove dimoro
volgono in fervido pellegrinaggio a te
e tengono spalancate le mie palpebre pesanti
scrutanti quelle tenebre che il cieco sol conosce:
ma ecco che la vista immaginaria
del mio cuore
presenta la tua ombra al mio sguardo
senza luce,
che simile a diamante sospeso nel buio piu' nero,
fa la cupa notte bella e il suo vecchio volto nuovo.
Cosi' di giorno il corpo, di notte la mia mente
per colpa tua e mia non trovano pace.
WILLIAM SHAKESPEARE
Come un pessimo attore in scena
colto da paura dimentica il suo ruolo,
oppur come una furia stracarica di rabbia
strema il proprio cuore per impeto eccessivo,
anch'io sentendomi insicuro non trovo le parole
per la giusta apoteosi del ritual d'amore, e nel colmo del mio amor
mi par mancare
schiacciato sotto il peso della sua potenza.
Sian dunque i versi miei, unica eloquenza
e muti messaggeri della voce del mio cuore,
a supplicar amore e attender ricompensa,
ben piu' di quella lingua che piu' e piu' parlo.
Ti prego impara a leggere il silenzio
del mio cuore
e' intelletto sottil d'amore intendere con gli occhi.
WILLIAM SHAKESPEARE

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